martedì 31 agosto 2010

L'IMPERATIVO è LA SOLIDARIETà SOCIALE

Cominciamo a imparare dal passato, dalle esperienze anche dolorose che hanno caratterizzato la storia sindacale di questo territorio. Alla Bsp in questo momento serve una forte azione di solidarietà. Che non succeda quello che è successo nel momento della mobilità alla Janssen, quando intorno ai lavoratori del reparto Cordis si registrò un gelo che oggi è diventata rabbia. Il bacino ex Tetra pak deve essere considerato un unicum. Chi è dentro deve sostenere chi è rimasto ancora fuori, con in tasca la promessa dell’assunzione che tarda a essere mantenuta e pochi soldi nel portafoglio. Un patto sociale ci vorrebbe, di quelli che adesso sono tornati in voga, anche se Marchionne lo sollecita solo per venire incontro alle esigenze della Fiat. Un’intesa tra sindacati, lavoratori e un imprenditore che nel momento in cui rilevò la Tetra pak che lasciava il sito piacque tanto alle parti sociali. Per non rompere forse l’unico vero filo di armonia che abbiamo registrato tra interlocutori diversi negli ultimi anni. tieffe

lunedì 30 agosto 2010

LA SICUREZZA CONVIENE

La sicurezza sul posto di lavoro conviene. Perché se uno si fa male sul posto di lavoro poi pesa sulle spalle dell’Inail, della Asl e quindi di tutti noi che contribuiamo al bene comune con le tasse. Perché non pensare a un piccolo investimento iniziale – da una parte e dall’altra, senza distinzioni ideologiche – per evitare che qualcuno debba uscire dal processo produttivo ed entrare vita natural durante in quello assistenziale? Un risparmio doppio per tutti: imprenditore, dipendente e cittadino. E un vecchio proverbio dice soldo risparmiato soldo guadagnato. tieffe

giovedì 26 agosto 2010

NOI ONORIAMO I NOSTRI MORTI

Nel giorno in cui si registrano in Italia almeno 4 morti sul lavoro (quelli che hanno avuto gli onori della cronaca nazionale), di cui due in provincia di Latina - perché nel computo c’è anche il finanziere Vincenzo Di Donna - il ministro Tremonti vuole cancellare la legge sulla sicurezza (la famosa 626). Mi dicono: è logico, loro pensano al libero mercato. Io dico che potevano pensare al libero mercato anche quando hanno fatto quella porcata per “salvare” l’Alitalia. Ma il signor ministro non guarda la rassegna stampa? Oppure ha perso tra le biglie del pallottoliere un pizzico di buon gusto per evitare di dire scempiaggini in un giorno di lutto per l’Italia intera? Noi onoriamo i nostri morti, che non sono i loro.

venerdì 20 agosto 2010

REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SUGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI

«L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, non sugli ammortizzatori sociali, sulla disoccupazione, il precariato, lo sfruttamento». Ho copincollato una frase scritta su facebook da Ivan Dal Col, un giovane sindacalista della Cgil. Dà l’idea di che mondo viviamo, di quanto - checchè ne dica chi si diverte a chiamarli “bamboccioni” - i ragazzi aspirino al lavoro, quello in cui ci si mette la faccia e ci si sporca le mani e non solo un reddito garantito pagato dall’Inps. Era il 17 maggio 2010, la prima grande manifestazione Nexans, e Alessandra Crociara, rsu di quella fabbrica, gridava al microfono con voce rotta: «Vogliamo lavorare, non ci accontenteremo degli ammortizzatori sociali». Niente di meno che il lavoro. Non sembra chiedere troppo.

giovedì 19 agosto 2010

SCIACALLI E BRIOCHES

Quando c’è puzza di cadavere escono gli sciacalli: un vecchio adagio che ben rappresenta la pessima figura degli esponenti della Lista Polverini a Latina. Chi ha potuto ha goduto della passerella mediatica fino a quando essa garantiva visibilità. Accorrere al capezzale del morto è uno spot molto praticato da queste parti. Adesso che i riflettori si spengono, che non si può più andare a raccontare balle alle telecamere, ci si inventa un manifesto che tanto ricorda le brioches di Maria Antonietta. Ma le urne potrebbero raccontare una storia diversa: il tempo d’estate cambia in fretta.

giovedì 5 agosto 2010

A PROPOSITO DI SCIOPERI

A proposito di scioperi. Pino Sperandio, segretario del Nidil Cgil, mi dice che non ci sono, a oggi, nuove forme di protesta in mano al sindacato per tenere testa a un imprenditore. Mi ha anche raccontato che si sono trovate tracce di scioperi per chiedere vitto e alloggio migliori anche tra gli schiavi egiziani che costruivano le piramidi. Dopo tante migliaia di anni, non sarà il caso di aggiornarsi? Non sarà arrivato il momento di fare uno sforzo di fantasia? Io per esempio non ho mai capito gli scioperi il giorno dopo che un lavoratore muore sul posto di lavoro. Perché per esempio non pretendere una assemblea nella quale discutere di cosa è andato storto in un giorno così nero? tieffe

martedì 3 agosto 2010

TENETEVI LA GIOCONDA E LASCIATECI IL LAVORO

Mi ricordo nei gloriosi mondiali di Germania 2006 vinti dall’Italia di uno striscione in cui qualcuno chiedeva agli sconfitti cugini d’oltralpe: «E mo’ ridatece la Gioconda». Io direi, agli amici francesi, quelli che hanno fatto la rivoluzione scordandoselo un giorno dopo, di tenersi pure la Vergine delle rocce di Leonardo e tutte le opere che negli anni ci hanno fregato. Ma per favore cugini d’oltralpe, lasciate stare i nostri stabilimenti, le nostre fabbriche, i nostri lavoratori, il nostro lavoro. Se avete deciso che qui non si produce bene, lasciate che qualcuno possa tentare l’impresa. Chiunque sia, senza aver paura di competitor nel campo dei cavi, visto che era così poco produttivo farli da noi. Uomini dei cavi vi prego in ginocchio, parafrasando Papa Paolo VI, lasciate libero il sito. tieffe

IL COMUNE IN BALIA DEI FUNZIONARI

La Casa dell’architettura nella casetta dei cursori in via Rattazzi? Mai e poi mai. Questo sembra essere l’orientamento dei funzionari del Comune di Latina nonostante una delibera esecutiva affissa all’albo pretorio con la data 4 agosto 2009 e una viva raccomandazione del commissario prefettizio Guido Nardone. L’anno scorso la ex giunta Zaccheo approvò l’atto con il quale si concedeva per cinque anni dalla firma della convenzione la struttura che si trova davanti alla sede dell’Inps all’istituto di architettura. In quella sede, invece, l’amministrazione ci ha spedito l'ufficio decentramento. Così almeno si legge nel sito del Comune. I dirigenti avrebbero lamentato che la decisione sarebbe stata presa dall’ex sindaco e dai componenti del suo esecutivo senza averli consultati. Ora: da quando in qua l’indirizzo politico va prima concertato con i funzionari? Una vera bestialità, in barba a qualsiasi principio democratico. E cosa c’è di meno democratico di fregasene di una decisione presa per il bene comune? Vadano a farsi friggere l’architetto Pietro Cefaly, che porta avanti la battaglia, il suo archivio accreditato presso la sovrintendenza, la sua biblioteca che consta di oltre 2500 volumi, e i ragazzi che avrebbero effettuato in quella sede il servizio civile. Questa è Latina, questa è la città governata dai burocrati. Niente politica, niente amministrazione, solo burocrazia. Intanto la Casa dell’architettura ha acquisito 461 disegni che costituiscono il Fondo Cancellotti. Il materiale acquisito – già oggetto di una catalogazione sommaria per procedere al trasferimento – sarà oggetto di una mostra presso l’Archivio di Stato di Latina a settembre. tf