martedì 13 maggio 2014

Provincia... una scandalosa settimana di lavoro

Sulla Bacheca Lavoro della Provincia di Latina (http://co.provincia.latina.it/bachecalavoro/) da giorni c’è un annuncio per la ricerca di 20 operai (dalle liste di mobilità) per un’azienda di Anzio. Offrono un contratto di lavoro settimanale. A parte il fatto che se uno sta in mobilità, percependo le pur misere retribuzioni derivanti da ammortizzatori sociali, difficilmente vi rinuncia per una settimana di lavoro in una fabbrica. Ma trovo immorale che un ente pubblico, seppure in via di dismissione, pubblicizzi una ricerca effettuata da un’agenzia interinale, la Adecco, per un lavoro di una settimana. E come si campa con una settimana di lavoro che manco gli 80 euro di Renzi ti danno? Ma quello che mi stupisce più di tutto è che un’azienda abbia un manager tanto incapace da non saper gestire una commessa, seppure importante, con la forza lavoro esistente senza ricorrere alla presa in giro di una settimana di lavoro per venti persone. Alimentando speranze di successive assunzioni. Una volta ho sentito che alla Findus di Cisterna fanno anche contratti di un giorno. Abbiamo a che fare con i soliti manager incapaci che girano stipendiatissimi le aziende, per farle chiudere. La Provincia, che sta per chiudere (non per manifesta incapacità, come sarebbe giusto), dovrebbe evitare di rendersi complice di questo delinquenziale modo di intendere il lavoro e le persone come merce. Cancellate quell’annuncio, subito! E poi andate a casa.
ps. ah, l'altra offerta è di un porta a porta. Non è scandaloso?

lunedì 12 maggio 2014

Quelli del Pd che non sopportano le domande

Quelli del Pd hanno una certa idiosincrasia per le domande. Semplici domande che potrebbero pure aiutarli nella tanto sbandierata operazione trasparenza che piace al premier. Eppure sono proprio i renziani doc, quelli della prima ora, quelli che sui social network si riempiono la bocca di belle parole, e poi nei fatti si comportano come i vecchi democristiani (con tutto il deteriore che il temine evoca) a sfuggire alle domande. Per esempio io ho chiesto al sindaco di Sezze Andrea Campoli perché la stazione di Sezze Scalo è in quelle condizioni di degrado e abbandono, con scempio del vivere civile e del codice della strada. Non mi ha risposto. Tempo fa alla vicepresidente del consiglio comunale di Latina Nicoletta Zuliani avevo chiesto a chi fosse andata la sua preferenza quando al chiuso delle riunioni in Via Farini si era votato per il capogruppo. Non mi ha risposto. Ieri ho chiesto al capogruppo Alessandro Cozzolino (quello votato anche dalla Zuliani benché la stessa voglia confondere le acque) di dire pubblicamente chi sono i consiglieri che hanno nominato propri amici e parenti per la lista degli scrutatori supplenti il giorno prima di firmare un’ipocrita mozione nella quale si chiede il sorteggio. Non mi ha risposto nemmeno lui. Ora: cari esponenti del Pd, a voi le domande fanno paura, ma gli elettori aspettano risposte, chiare e senza ambiguità. Sennò non vi votano. Come  dimostrano da anni con convinzione crescente.

lunedì 5 maggio 2014

Sezze, lettera aperta al sindaco

Una settimana fa ho scritto questa lettera aperta al sindaco di Sezze Andrea Campoli. Che non mi ha risposto. Peccato, un'occasione persa. La lettera è stata pubblicata anche sul sito www.mondoreale.it.
Caro sindaco Andrea Campoli,
ogni mattina dalla stazione di Sezze Scalo prendo il treno che mi porta a Roma per lavorare. E puntualmente ogni mattina una decina di macchine impunemente occupa senza permesso il posto riservato ai disabili. Quando ho contestato questo atteggiamento a un automobilista mi ha risposto che non ci sono i cartelli e le strisce gialle non si vedono. Naturalmente riporto in italiano quanto proferito in un linguaggio ben scurrile. È vero, comunque, i cartelli sono stati divelti (come si evince dalle foto) ma la segnaletica orizzontale, sebbene scolorita, si vede benissimo. E penso anche che le convenzioni e il buon senso in certi casi dovrebbero prevalere. Ora, mi permetto di suggerirti di mettere a posto la segnaletica per evitare alibi a questi incivili e poi mandare ogni tanto senza preavviso un paio di vigili urbani, che potrebbero sanzionare anche quei cittadini che, nonostante alle sei del mattino il parcheggio sia quasi totalmente libero, decidono di lasciare comodamente le auto fuori dalle strisce proprio davanti all’entrata del sottopassaggio. E qui siamo alle note dolenti. Il sottopassaggio serve ormai solo per fumare, perché i viaggiatori che vanno verso Sezze attraversano tranquillamente i binari. Anche in quel breve tratto di terra di nessuno non ci sono cartelli con l’indicazione dei divieti antifumo. Ora, le FS hanno deciso di non investire sulla nostra stazione di Sezze (niente bagni, nessuna biglietteria, annunci aleatori e imprecisi), ma noi possiamo renderla vivibile, per quello che ci compete. Noi come cittadini ci dobbiamo assumere la responsabilità di condividere uno spazio in maniera civile, rispettando i luoghi e gli altri. Capisco che il problema in certi casi non è rappresentato dall’amministrazione ma dagli amministrati, ma un Comune e soprattutto un Comune di centrosinistra deve assumersi la responsabilità di un cambiamento di cultura delle persone.
Con stima.
Teresa Faticoni

LIEVITO, CHE BELLO

È finita la terza edizione di Lievito, la seconda cui ho partecipato attivamente, la prima in cui sono stata coordinatrice dell’ufficio stampa. È stata un’edizione magica, il cui acmè è stato il bellissimo spettacolo di Nicola Piovani che con una lezione concerto ha acceso la luce su quanto sia possibile fare e invece non si fa. Per pigrizia, per inedia, per ignoranza o lassismo. Ma non si fa. Di politici se ne sono visti pochi dalle parti di Lievito, il professionista del presenzialismo falsoccio e leccaculo non manca mai, certo, ma di chi ha la responsabilità di decidere davvero si è tenuto alla larga da Palazzo Mad, dal D’Annunzio e da tutti i contenitori vuoti che Damiano Coletta e gli altri hanno riempito in questi frenetici e bellissimi dieci giorni. Il sindaco di Latina domenica pomeriggio piuttosto che lo splendido concerto di Marco Russo (musiche originali, una vera chicca) ha preferito la sfilata di moda per bambini e per adulti in un centro giochi privato. Io lascio questa edizione di Lievito con una speranza. Che non sia più solo l’unica rassegna di eventi culturali a Latina, l’importante appuntamento di Rinascita civile con la primavera, ma diventi un punto di partenza politico sul quale costruire tutto l’anno. E che la politica cominci a sporcarsi le mani con il Lievito. Che poi cresce. 
Ps. Approfitto di questo spazio per ringraziare Stefania Belmonte, Francesca Di Folco, e Federica Reggiani