domenica 23 giugno 2013

Io sto con la gente normale, che non tira i sassi per strada

«A’ frocetto vie’ qua». Certi sciamannati li chiamano così, per sfottere. Certi non parlano, ma tirano pietre ad alzo zero. Per questi motivi, e per tanti altri ancora ieri ad Aprilia c’è stata la manifestazione per dire “No all’omofobia”, organizzata da Sinistra ecologia e libertà, Partito democratico, Federazione della sinistra, Anpi, cui ha aderito Primavera apriliana, dopo che una sera in Via Inghilterra a Federico hanno tirato delle pietre. Ci sono andata con il mio amico Tommy Tommy, che vuole diventare Jasmine. E che si prende un sacco di insulti perché lo dice. C’era Imma Battaglia, esponente storico del movimento omosessuale in Italia che ha parlato tenendo Federico per mano, che è riuscito a dire solo «grazie, sono molto emozionato», mentre una ragazza piangeva; c’erano  parlamentari di Sel, qualche politico locale, e tanta gente comune. Gente che non ti aspetti, che se un figlio confessasse di essere gay soffrirebbe, ma che sa che l’unico modo di vivere è quello per cui ognuno è uguale e diverso. E mi sono sentita a casa, anche se ero in una città che non è la mia, lontano dalla mia gente solita. Ho capito che cambiare è si può, ma prima di parlare di matrimoni gay et similia ci vuole una legge che dica che l’omofobia è un reato. Così la prossima volta che tirano i sassi a Federico qualcuno finisce in caserma, e magari una seconda volta ci pensa meglio prima di prendere pezzi di asfalto e lanciarli contro uno che cammina ignaro per la strada. Qua non si tratta di leggi, ma proprio di educazione e di cultura, per cui ho deciso di metterci la faccia, anche se è scomodo, se non conviene e se non è popolare. Ma è giusto.
Io sto con Federico, che ha denunciato, con Tommy, con Imma, con un sacco di lettere puntate per non dire il nome che non sarebbe giusto ma che sono pezzi di cuore e tutta l’altra gente normale che se vede un eterosessuale non gli tira i sassi per la strada.

PS Nel 2007 grazie al sindaco Sandro Bartolomeo che istituì a Formia il registro delle unioni civili ho avuto la conferma che fosse giusto metterci la faccia sempre. Intervistai l'allora consigliere comunale Delio Fantasia e il presidente dell'Arcigay Aurelio Mancuso. E fu una delle poche volte in cui ebbi la sensazione netta che valeva la pena fare questo mestiere di raccontare. Una vita fa