giovedì 13 settembre 2012
Che palle 'sto Saviano
Che palle Roberto Saviano: ha un’opinione (di solito non richiesta e quasi sempre scontata) su tutto. Sulla nomina della signora Augusta Iannini, coniugata Vespa, all’autorità garante per la privacy lui affida a twitter un amaro commento: “nomine senza trasparenza ora che la priorità sarebbe la fiducia degli elettori...”. Sugli arresti domiciliari bocciati al Senato per Mariano De Gregorio, lui cinguetta: “è scambio politico”. Qualche mese fa ci fu uno dei troppi omicidi di donne per mano di un “amore” (virgolette, ovvio) lui commentò, sempre su twitter: “È ora di chiamare questa barbarie femminicidio". Ci volevi tu, caro Saviano, a suggerire le parole (con un certo gusto particolare per il banale): trasparenza, scambio, femminicidio… Ora: se uno vuol sapere cosa pensa Saviano (un paio di libri all’attivo dopo Gomorra) su tutto lo scibile umano, si iscrive a twitter e diventa un suo follower. Ma non sia mai che sfugga il profondo pensiero dello scrittore-giornalista mafiologo: ci pensa Repubblica a rimbalzare sul web e sulla carta stampata ogni minimo peto intellettuale del nostro. Un quotidiano con una storia importante, una tradizione prestigiosa e penne di prestigio appresso ai cinguettii di Saviano. Abbiamo sfiorato e penetrato il ridicolo. Ora: sarà anche un bravo scrittore (al libro Gomorra io ho preferito il film di Matteo Garrone); gli danno del bravo giornalista perché dice le cose come stanno (ma non dovrebbe essere normale, nel mestiere?); ma un’opinione non richiesta e per giunta scontata su tutto e su tutti è davvero troppo. Anche per il mafiologo con la patente. Quella di Pirandello, per intenderci. e siccome non è vero ma ci credo, meglio esorcizzare con un gesto apotropaico.
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