Una differenza abissale, una frattura profondissima divide
il nord dal sud dell’Italia. Sembra di essere tornati negli anni ’60, quando
questo abisso si è scavato nel fondo, disegnando due mondi diversi,
inconciliabili, due Italie, due genti che le abitano, con commistioni belle e
significative, ma che descrivono due opposti poli destinati a non
ricongiungersi mai.A Milano le ragazze si vestono alla moda e sono carine, e non portano quegli orrendi shorts a vita alta che mortificano le forme più deliziose. A
Roma spopolano. E sono davvero brutti. A Milano compri il biglietto, prendi la
metro, e in certe stazioni devi timbrarlo anche all’uscita. Perchè se
usufruisci di un servizio lo devi pagare. A Roma il biglietto non sai nemmeno
come comprarlo, perché anche se c’è scritto che le macchinette automatiche
prendono banconote fino a cinquanta euro, la lunghissima fila davanti agli
infernali aggeggi ti dice urlando che funzionano solo a monete, se si è
fortunati. Dopo centinaia di prove e di improperi un impiegato, ben nascosto in
un gabbiotto, sollecitato a una risposta dice di andare da un’altra parte per
comprare il ticket. Ecco, la differenza sta qua: nel muoversi e nello stare
fermi, nel pensarci o nel fregarsene, nel rispetto della cosa pubblica o nell’uso
a proprio uso e consumo, nell’armonia o nella prepotenza, nello strillare o nel
dire, nel mostrarsi e non esibirsi.
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