Votiamo il frocio, e
non l’imbecille. E vestiamo tutti di rosa, e di fucsia, e verde nero giallo viola amaranto e celeste. E amiamo chi ci pare,
come ci pare, quando ci pare. Come si fa a esprimere la propria indignazione
con il freno a mano tirato ancora non lo ho imparato, ma cercherò di farlo per
dire quanto faccia male all’essere umano il rigurgito di omofobia che oggi ha
portato al suicidio un ragazzo di 15 anni e a leggere una scritta su un muro di
una scuola di Ischia “Non votate il frocio”. Ma che educazione hanno ricevuto
ragazzi che sono talmente pressanti, insistenti da perseguitare un loro
compagno e spingerlo a infliggersi la morte, perché portava i pantaloni rosa. E
che razza di esempio hanno seguito quelli che prendono una bomboletta spray per
scrivere una tale idiozia, intrisa di fascismo e violenza, sui muri della
scuola? Il problema è sempre e solo la cultura che manca, che ha paura dell’altro
e si nasconde dietro la violenza per timore e mai, nemmeno una volta, per
coraggio. Paura di riconoscere nell’altro uno diverso da noi stessi, che ci
piacciamo tanto, o forse paura fottuta di riconoscere in quel diverso uno come
noi.
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