giovedì 21 agosto 2014

La mafia, Latina e i parcheggi

foto dal sito www.latina24ore.it
Non voglio aver paura. Non mi piace girare per Latina ed essere sotto scacco della prepotenza. Non parlo solo di guerra criminale. Ma partire dalle piccole cose. Cinque anni fa all’anniversario della strage di Via D’Amelio, quella in cui sotto casa della mamma fu ucciso il magistrato Paolo Borsellino, stavo a Palermo proprio in quel mozzico di strada in cui si spensero forse una volta per tutte le speranze di un’Italia civile, e dal palco Renato Scarpa (il Sergio di Un sacco bello di Verdone che gli rovina con una colica la vacanza in Polonia) lesse con una intensità che portò me e G alle lacrime una lettera di Ficarra e Picone. Che dissero che la mafia comincia parcheggiando in doppia fila. Ecco. A Latina è pieno di mafia. Si spara per strada, si spara alle gambe della gente, si parcheggia in doppia fila. Per me oggi vale tutto e tutto ha lo stesso peso. Perché mi riporta a quel livello di insicurezza che odio subire passeggiando per le vie della mia città. La trovo ingiusta questa sensazione di impotenza. Cominciamo da qui, dal parcheggiare sulle strisce pagando la sosta. Indignandoci quando un prepotente, mafioso, non lo fa.

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